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5 concetti principali di SEO onpage

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Mi scuseranno i Seo Guru per l’ignoranza e per la mia sorpresa, ma mi sono imbattuto in un articolo di Moz (del noto Cyrus Shepard) molto interessante. Si parla di concetti avanzati di SEO onpage, che si traducono in azioni che potete fare da soli sui vostri blog e siti, senza bisogno di essere smanettoni. Alcune cose sono note, altre meno, perciò riparto da questo articolo e da altre considerazioni interessanti scovate su Seo Garden, Goat Seo (intervista a Marco Varone) e Tagliaerbe. Obiettivo del post: segnarmi e ricordarmi concetti importanti, non sempre così facili, e condividerli.

Si parla parecchio di “semantica” oggi: sembrerebbe, a detta di molti esperti, che nei motori di ricerca di oggi in realtà ci sia ancora “tanto link” e poca analisi semantica, ma si andrebbe comunque verso questa direzione.

5 concetti principali e alcune azioni pratiche

Sintetizzo i punti di Cyrus Shepard e le considerazioni approfondite degli altri siti in 5 concetti principali.

1

Alla base di tutto, le parole chiave

A livello base troviamo l’uso delle parole chiave nei posti rilevanti di una pagina web. Dove usare / inserire le keyword? Tenendo sempre a mente che la fluidità e la naturalezza del testo vengono prima di ogni cosa, ha senso ricordarsi – per i vostri sforzi SEO – di inserire questa benedetta parola chiave:

  • nel titolo della pagina (e nel title, dunque);
  • nei sottotitoli – headings;
  • nel tag alt delle immagini, dove coerente;
  • … ovviamente nel testo della pagina! Quante volte? Non c’è un numero e nemmeno un rapporto preciso. In cucina direbbero QB, “quanto basta”…

Fin qui, cose per lo più risapute.

2

Non classificate gli utenti

Non avrebbe più senso parlare di Personas: chiedersi cosa e come cercano gli utenti web è sempre una cosa indispensabile; è fuorviante forse cercare di inquadrare tali “domande” degli utenti in profili utente predefiniti e fissi.

Meglio indagare, semmai, l‘evoluzione e le mille sfaccettature di un bisogno (che corrisponde a svariate e spesso ignote ricerche online). Spulciare forum, blog, siti, piattaforme di Q&A (Question & Answer, come Yahoo Answer) serve per addentrarvi totalmente nel problema, per conoscerlo, per farlo proprio.

3

Frequenza Relativa – TF-IDF

Un concetto più tosto è quello della frequenza relativa delle parole chiave. Più che di keyword density, si parla di TF-IDF, ossia “Term Frequency – Inverse Document Frequency”. Si tratta di un concetto presente nell’Information Retrieval che  spiega “il peso”, l’importanza di una parola rispetto a un documento o a una serie di documenti.

Questa funzione di peso aumenta all’aumentare della frequenza del termine nei documenti, ma cresce in maniera inversamente proporzionale rispetto al numero di volte in cui il termine si riscontra nei documenti. Più semplicemente: si dà più importanza ai termini che compaiono nei documenti in maniera meno frequente.

Con Google Ngram Viewer si può osservare la frequenza di certe parole nello scibile scritto dagli anni 50 ad oggi. Traducendo in italiano un esempio proposto da Moz: cercando “pallacanestro” e “giocatore di pallacanestro” si osserva come la seconda query sia meno frequente rispetto alla più generica “pallacanestro”. “Giocatore di pallacanestro” è una keyword significativa per una pagina che contiene tale espressione, rispetto a “pallacanestro” che rischia di essere troppo generica.

Generare un alto rapporto TF-IDF performerebbe un po’ di più rispetto all’uso di una singola parola chiave generica, senza portare comunque effetti così dirompenti.

4

Sinonimi, co-occorrenze, campo semantico e relazioni tra keywords

Correlato al concetto precedente c’è quello dell’uso dei sinomini, che corrispondono ad un bel 70% delle ricerche su un determinato tema su Google. I motori di ricerca conoscono e riconoscono varianti e sinonimi, permettendo di associare tante query di ricerca diverse ma analoghe (esempio: copywriter, scrittore online, web writer, copy specialist) con contenuti adeguati alle ricerche. Per questo concetto si parla di co-occorrenze e significa, in sintesi, che è bene fare ampio uso di sinonimi, varianti e parole differenti che appartengono ad un certo campo semantico piuttosto che fossilizzarsi sempre sulla stessa keywords. Si posizionerà meglio una pagina con una tale ricchezza rispetto a pagine meno “terminologicamente varie”.

Non solo quali parole usare, ma anche dove piazzarle è un fattore chiave. Parole chiave e concetti per voi rilevanti dovranno stare nella parte centrale del testo, nel “body”: sidebar, footer, header e altre porzioni della pagina sono meno rilevanti per i motori di ricerca. Questo fatto è da considerare anche per gli utenti mobile, ai quali sono spesso nascoste parti accessorie come sidebar e simili.

Non è finita: anche posizionare termini “vicini” come significato (sinonimi e varianti) ha un suo significato. Meglio, dunque, inserire tali termini in uno stesso paragrafo piuttosto che in paragrafi differenti e distanti l’uno dall’altro. Questo discorso vale anche per titoli e sottotitoli e relativi paragrafi. Allego l’immagine tratta dall’articolo, che spiega più efficacemente il concetto.

Questa pratica è molto utile anche per gli utenti, che rischiano di fossilizzarsi su parole chiave specifiche. Magari queste parole chiave non solo quelle principali che voi scegliereste per descrivere un certo problema – soluzione, ma forzandovi a cercarle e dunque ad usarle nei vostri testi, riuscirete a parlare ad un pubblico più vasto, che ha preferenze lessicali differenti rispetto alle vostre.

Bisogna ricordare che scrivendo online si producono contenuti per lettori diversi, di diversa estrazione sociale e di diverse aree geografiche. Sono tutte persone che non conoscete

Per trovare tutte queste relazioni nascoste tra le parole, ci si può aiutare con dizionari, dizionari di sinonimi, con wikipedia (dentro ad ogni pagina si rilanciano ulteriori concetti) o con tool tipo ConceptNet5  che vi aiuta a trovare tali relazioni in tante lingue (anche in italiano).

distanza semantica e relazioni tra termini
Fonte: http://moz.com/blog/7-advanced-seo-concepts
5

Entity Salience

La cosiddetta Entity Salience, invece, fa riferimento alle relazioni che si sviluppano tra entità o concetti. Una pagina contiene diversi termini che fanno riferimenti a entità o concetti: tale pagina sarà riconosciuta e meglio posizionata su un’entità A anziché sulle entità B, C e D in base alle forti relazioni semantiche che l’entità-parola A sviluppa con altri termini presenti nella pagina.

L’esempio di Cyrus è ancora una volta illuminante.

entity salience
http://moz.com/blog/7-advanced-seo-concepts

Andando oltre a tutti questi concetti, mi sembra possa essere efficace chiedersi:

Di cosa stai parlando in quella pagina? Quali domande pongono gli utenti sulla questione?

Riuscire a sviscerare tutto lo scibile di un certo problema / argomento specifico IN MANIERA NATURALE credo sia già un buon passo per rispettare tutte queste buone pratiche.

Azioni pratiche da usare per scrivere online

Da questi concetti si ricavano diverse azioni molto pratiche, che chiunque scriva online dovrebbe adottare:

  • Individuare i propri argomenti specifici, eliminando parole chiave e concetti troppo generici. A questo punto, oltre alle parole chiave principali, occorre scoprire parole, sinonimi ed entità varie che facciano parte dei vostri campi semantici di riferimento. Quali parole sono correlate ad altre parole? Quando la gente cerca tali concetti, cosa scrive su Google?
  • Cercate di rispondere a più bisogni / quesiti possibili all’interno dell’argomento di cui parlate. Ciò vi porterà inevitabilmente ad usare parole correlate e sinonimi, accontentando lettori e Google, e a comporre testi consistenti.
  • Organizzate i vostri contenuti in paragrafi, titoli, liste, facendo attenzione anche alla distanza (fisica, sulla pagina) tra keywords molto vicine semanticamente.

Conoscete altri concetti di SEO onpage da considerare assolutamente?

photo credit: J.Salmoral via photopin cc


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