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Il buon Rudy Bandiera, con il suo bellissimo articolo “Ci hanno detto che è crisi ma non lo è, questo è cambiamento“, mi ha ispirato. Mi trovo parecchio d’accordo con Rudy, quindi voglio anch’io raccontare la mia esperienza, nel mio piccolo.
Mi sono laureato alla fine del 2008, in piena crisi: da allora il contratto migliore che sono riuscito ad acchiappare è stato comunque precario, a termine. Da uno stage all’altro, da un contratto a progetto all’apprendistato, mi sono sempre arrabattato tra esperienze in grandi aziende e in piccole imprese locali, alcune “vecchia maniera”, altre moderne, destrutturate e creative.
Questo senso di insicurezza costante, di mancanza di prospettive mi ha portato a fare scelte forti che altrimenti non avrei mai fatto: l’università era stata un flop non utile professionalmente, a quanto pare, quindi ho deciso di ributtarmi nella mischia iscrivendomi al Master in Retail Management (CUOA Business School) che mi ha veramente dato tanto e mi ha fatto capire cosa mi piaceva fare: “capire cosa mi piace fare” è il primo autentico passo per uscire da una crisi che prima di tutto è incapacità di agire, è un blocco all’azione che si innesca in ogni pensiero sul futuro.
La scoperta della passione ha fatto la differenza e mi ha portato a comprendere le 3 le direttrici lungo cui muovermi: il web marketing, l’auto-formazione continua e i progetti personali, ossia i cosiddetti “side project” o “piani B” a cui sono molto affezionato e che possono fare la differenza a fine mese e sicuramente a livello emotivo. Il mio blog rappresenta la sintesi di queste 3 direttrici… ma la grossa scommessa si chiama Woodulike.
Woodulike.it
Il 2014 è proprio cominciato con woodulike.it, un progetto ambizioso e faticoso intrapreso con gli amici Mattia Bordina e Giorgio Soffiato. Woodulike è una community sul mondo del legno made in Italy, di design. È un progetto che mi appassiona ma che mi dà anche molto da pensare: a distanza di poche ore passo senza problemi dall’euforia alla depressione più nera grazie al continuo intervallarsi di buone notizie e difficoltà estreme. La prima lezione che mi porto a casa dopo un anno (abbondante in realtà) di startup fatta in orari improbabili è:
Che per i non polentoni letteralmente è “espressione dura e berretto ben calcato sulla fronte“, ossia per come lo sento io “determinati, pazienti e guardare sempre avanti“.
Durante questi mesi abbiamo dovuto cambiare il modello proposto, la nostra strategia, accorgendoci delle difficoltà nel far convivere artigianato, falegnamerie, design, logiche commerciali online, retail tradizionale e logistica. Il “Futuro Artigiano” raccontato da Stefano Micelli può essere realtà, ma non si tratta onestamente di un’equazione semplice, anzi “possibile” solo a determinate condizioni.
Tuttora siamo in una fase di cambiamento ma mi piace, mi fa fare sogni di gloria ed è una fatica positiva, che affronto volentieri. Woodulike mi ha portato già a qualche primo guadagno:
1un pizzico di esperienza in più nell’affrontare qualunque problema e la capacità di arrangiarsi sempre, in qualche modo.
2La conoscenza di mondi e capacità che stanno a pochi km dalla solita vita, ma sono per lo più sconosciute.
3La sperimentazione di dinamiche che altrimenti in qualunque azienda probabilmente non avrei mai imparato così direttamente: la conoscenza delle dinamiche e-commerce e di cosa vuol dire fare un negozio online; l’incontro con l’artigianalità (con i suoi pro e contro) delle piccole aziende italiane; la capacità di “incontrare” e dialogare con persone brutalmente differenti (commercianti, designer, falegnami, artisti).
4Ho capito che bisogna metterci la faccia in qualunque cosa. La paura c’è sempre, ma basta avere un po’ più coraggio.
5Ancor di più, “il legno” mi ha fatto conoscere…
“PERSONE“.
Come sta andando?
Si fa fatica ma non molliamo, cambiamo e ci adattiamo. Abbiamo recentemente iniziato una collaborazione con Andrea, Leonardo e Antonio, designer preparati e sognatori eccellenti, e scovato delle eccellenze produttive nei paesi del Veneto (del rodigino e del veronese) più impensabili, con l’obiettivo di produrre direttamente, oltre che accogliere produttori esistenti.
Come andrà a finire?
Comunque vada, sarà un successo
Non lo dico retoricamente: mai come quest’anno il mio curriculum, il mio bagaglio di esperienze, si è arricchito. Già questo mi porta a dire che ne è valsa la pena, che ho guadagnato qualcosa da questa crisi, che in realtà non mi ha sottratto ma al contrario mi ha costretto a fare molto perché ha trasformato il mio modo di pensare e di approcciare la realtà di ogni giorno, con un sorso di coraggio e di cattiveria agonistica in più.
Sono quindi d’accordo con Rudy quando dice che…
Con questo non voglio dire che la crisi è cosa buona; tanta gente soffre ogni giorno ma personalmente credo che qualche via d’uscita si possa sempre trovare.
Se i side project non funzioneranno, poco male: avrò resilienza e strumenti per affrontare nuove sfide.
Da leggere
Un po’ di ispirazione me l’ha data sicuramente anche Andrea Giuliodori, spettacolare blogger. Ciò che scrive è tutto da leggere, ma volendo selezionare qualcosa da cui partire:
Insomma, avanti tutta, nonostante tutto.
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