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L’approccio vincente al marketing aziendale: 4 idee “Mucca Viola”

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Avete mai letto “La Mucca Viola” di Seth Godin? E’ un grande classico del marketing: una scrittura informale, una lettura semplice e piacevole. L’incipit del libro va dritto al cuore del messaggio: Seth Godin racconta, infatti, che in un suo viaggio in Francia rimase colpito e affascinato dalle belle mucche che incontrava nei paesaggi rurali. Questo, per lo meno, alle prime mucche incontrate.

Già dopo poco, però, le mucche – tutte uguali – gli vennero a noia. Se solo avesse incontrato una mucca viola, allora le cose sarebbero state ben diverse, per via della novità che una mucca viola avrebbe rappresentato nello scenario rurale di mucche tutte uguali.

Questo semplice e immediato paragone si applica perfettamente anche alle azioni di marketing (offline o online che sia) portate avanti dai vari brand in giro per il mondo.

Quanti selfie-contest si vedono ultimamente? Quanti “premi” tipo tablet o buoni spesa Amazon vengono offerti? Tanti, troppi.

Un regalo è sempre un regalo, per carità, ma manca spesso quello spunto creativo che renda veramente vincente, originale, condivisa e virale l’iniziativa di marketing.

Di seguito, 4 iniziative che questo spunto ce l’hanno eccome.

1

Le scatole con soldi veri del Monopoli

Notizia di inizio febbraio: la Hasbro, produttrice del gioco Monopoli, per celebrare gli 80 dall’ideazione del noto gioco ha deciso di distribuire in Francia una serie di scatole da gioco con soldi veri.

Solo una scatola ha tutti i soldi del gioco in euro (corrispondente a 20.580 euro), mentre sono disponibili premi intermedi rappresentate da altre scatole con alcune banconote da 20, 50 e 100 euro.

2

Sei bello? Non paghi

Il successo di molti locali dipende talvolta “da chi li frequenta”. Persone cool, trendy, belle decretano spesso il successo di alcuni luoghi di ritrovo: forse è sapendo questo che un ristorante in Cina ha provveduto a premiare la bellezza dei propri clienti.

Come funziona: ti scatti una foto con la webcam disponibile nel locale. Dei chirurghi estetici valutano le tue simmetrie e se sei giudicato il migliore nel giro di mezzora, il pasto è offerto dal ristorante.

I meccanismi in gioco:

  • il ristorante potrebbe attirare gente che, tendenzialmente, ritiene di essere di bell’aspetto, elevando lo status del locale;
  • gamification: belli o brutti che siano, gli avventori del locale si divertono e tentano la fortuna;
  • promozione: ogni mezzora il ristorante regala un pasto gratis;
  • comunicazione: è un’idea originale che scatena curiosità e passaparola. Il locale diventa famoso in pochissimo tempo; paradossalmente, cibo e servizio passano in secondo piano.

http://firstwefeast.com/eat/restaurant-rewards-best-looking-customers-with-free-meals/

3

Il lavoro più bello del mondo

E’ possibile applicare l’approccio “mucca viola” anche attraverso la selezione di un nuovo dipendente: l’obiettivo del Ministero del Turismo Australiano, assumendo per 6 mesi il britannico Ben Southall, era quello di porre attenzione – a livello mondiale – alla barriera corallina australiana. Ben e fidanzata dovevano vivere sull’isola di Hamilton facendo foto e reportage sulle bellezze locali.

85 mila euro di stipendio complessivo per 6 mesi, per “fare vacanza” in una villa da 2 milioni e mezzo di euro.

Un sogno che ha attirato decine di migliaia di candidati da tutto il mondo e le grande clamore mediatico in tutto il mondo.

E’ evidente che un’esposizione mediatica mondiale di questo livello sarebbe costata molto di più, usando metodi pubblicitari tradizionali.

L’esca del “lavoro più bello del mondo” è stata adoperata di nuovo dal Ministero, dato che nel 2014 è stato assunto, sempre per 6 mesi, il californiano Andrew Smith: 93 mila dollari per 6 mesi, stavolta per girare tutta l’Australia visitando luoghi fantastici, godendosi gite con skateboarder, facendo paracadutismo, assistendo a corse di Formula 1, etc…

4

A proposito di lavoro: vale anche al contrario…

L’approccio mucca viola vale anche al contrario: un candidato può sorprendere l’azienda che assume, un po’ come fece quel candidato americano che acquistò su Google Adwords come parole chiave i nomi dei capi delle aziende per cui si era candidato.

Questi professionisti, cercando il loro nome su Google, si imbatterono nella pubblicità create dal candidato. Risultato: 4 colloqui su 5 e tre offerte di lavoro ottenute.

Un caso più recente: Bernadette Baji si è candidata verso un’azienda vinicola ungherese stampando il suo curriculum su un’etichetta di una bottiglia di vino. L’immagine che allego, tratta da un articolo apparso sul blog di Deejay, vale più di mille parole.

Risultato? Bernadette è stata assunta.

cv su etichetta vino

Di casi se ne trovano molti e, per la maggior parte, mettono al centro di tutto il cliente, la persona, sfruttando spesso dinamiche di crowdsourcing: una delle iniziative più celebri è rappresentata da Lego Ideas, che realizza le migliori creatività proposte dagli utenti per realizzare nuovi prodotti. La cosa eccezionale sta nel fatto che l’utente che ha partorito l’idea appare nei credits sulla confezione di Lego, viene omaggiato con 5 scatole del nuovo prodotto e ottiene l’1% dei proventi della vendita su scala globale (ed eventuali fee in caso di altri utilizzi).

Come si è visto, non servono necessariamente dei budget incredibili: serve creatività, originalità o, come disse Michele Ferrero, scomparso da poco:

Il segreto del successo? Pensare diverso dagli altri e non tradire il cliente


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