Ne abbiamo parlato nella nostra ultima newsletter: abbiamo incontrato svariati progetti online “recenti”, intendendo siti web di fresca pubblicazione che promuovono servizi o prodotti di aziende o liberi professionisti con un area d’azione locale, ristretta, strettamente geolocalizzata.
La richiesta che tipicamente ci perviene è quella di avere una visibilità maggiore su Google, di “essere in prima pagina” per query di ricerca cercate dai potenziali clienti. Nel titolo abbiamo parlato di posizionamento su Google, perché è il termine ricorrente più utilizzato, ma forse è meglio dire “visibilità”.
Le richieste che ci arrivano su Bee Social sono spesso molto precise – la gente sa ciò che vuole – ad esempio: “voglio 3 nuovi clienti a settimana“. Richieste nette, ambiziose e slegate da qualunque concetto di “strategia digitale”, “budget” soprattutto, o “ROI”…
Dopo diverse spiegazioni, ipotesi di strategia e di budgeting, infine, arriva lei, la fatidica domanda:
Quanto tempo ci vuole per posizionare il mio sito su Google?
La risposta è sempre “dipende, chi lo sa”.
Ci sono tantissime variabili che intervengono, spesso non comprese (tra queste non c’è la modalità di scrittura stile guru, sapevatelo). Le aspettative più esagerate rovinano anche il migliore dei progetti:
se per aprire una propria attività online di successo fossero sufficienti 4.000 euro di investimento e 5 mesi di lavoro, allora tutti lo farebbero.
Invece no, è tanto più complicato e, soprattutto, non ci sono formule magiche buone per chiunque.
Un dato tratto dalla nostra esperienza: Bee Social ha raggiunto la prima pagina per alcune keyword interessanti in circa 4 anni con un articolo a settimana di media, relazioni con molti altri attori del web marketing e una costante applicazione sulle pagine statiche e sul design, cambiato mille volte (per non parlare di quanto abbiamo speso). Su altre parole chiave, invece, 5 anni di lavoro non sono bastati.
Per certi argomenti o per certe parole chiave particolarmente difficili o su cui si scatenano “appetiti” economici importanti (es. settore assicurativo o bancario), spesso non sarà possibile posizionarsi sopra a tutti, perché esistono aziende con budget stratosferici che lavorano da anni per mantenere il loro vantaggio competitivo. È anche un tema di brand: gli utenti conoscono e si fidano di determinati marchi, sono più propensi a crederci e a cliccare sui link da essi proposti, a discapito dei “nuovi arrivati”.
Passando a fonti decisamente più autorevoli, ho trovato questo bell’articolo di Ahrefs che prova a rispondere con i fatti a quella fatidica domanda. Elenco solo i fatti più emblematici; per maggiori informazioni rimando all’articolo completo.
Le caratteristiche delle pagine che raggiungono la top 10 su Google
- La prima posizione su Google viene raggiunta, di media, da pagine pubblicate da almeno 3 anni.
- Pagine create da meno di un anno presenti nella top 10 dei risultati di Google: ci sono, ma con una percentuale variabile tra l’1 e il 5% – ovviamente queste sono pagine posizionate su keyword di nicchia, visto che…
- …che solo lo 0,3% delle pagine posizionatesi entro un anno dalla pubblicazione hanno trovato visibilità su chiavi di ricerca ad alto volume (quindi più combattute).
Far crescere il proprio sito web: una serie di azioni suggerite da Google
L’anzianità della pagina non è evidentemente l’unico criterio. Il sito deve essere performante lungo i diversi aspetti ritenuti importanti da Google, che sono numerosissimi e richiedono tanto tempo e competenze specifiche. Una piccola lista comunicata da Google stesso include:
Concetti di SEO base sul sito
- Creare titoli di pagina unici ed accurati, che descrivano con le parole degli utenti target il contenuto della pagina.
- Sfruttare il meta tag “description”, in maniera descrittiva e persuasiva, con appropriate call to action che stimolino l’utente a fare le azioni che desideri.
Migliorare la struttura del sito
- Migliorare la struttura dei tuoi URL (brevi, con una scelta di parole significative per l’utente).
- Rendere il sito semplice da navigare, con relazioni tra le pagine intuitive e usando strumenti apprezzati da utenti e bot di Google come le breadcrumbs.
Ottimizzare il contenuto
- Offrire contenuti di qualità, che diano risposte a domande degli utenti e siano ritagliati sull’intento di ricerca degli utenti.
- Lavorare costantemente sul campo semantico della singola pagina web, individuando quindi argomenti correlati, parole chiave, sinonimi, intento di ricerca degli utenti sul tal argomento.
- Saper dosare contenuti lunghi e contenuti brevi, ragionando sempre sulla tipologia di lettore e sulle situazioni in cui si trova a fare ricerche su Google per arrivare alla tua pagina web… Sul tema si apre un mondo: basti pensare che per certi singoli articoli di un blog si possono impiegare anche 5/6 ore di lavoro composte da fase di scrittura (anche oltre le 1500 parole)-adattamento grafico-revisione-scelta delle immagini. L’asticella è molto in alto. Una buona lettura per approfondire: blog.kissmetrics.com/no-more-hacks
- Migliorare gli anchor text dei link e seguire le buone pratiche SEO (gli anchor text sono le parole scelte per linkare un altra pagina web)
- Ottimizzare l’uso delle immagini, ossia rinominare le immagini con termini descrittivi di ciò che è rappresentato, associare un tag alt adeguato al contenuto e ridurre la dimensione delle immagini, possibilmente sotto a 1 mb.
- Utilizzare i tag heading in maniera appropriata (A proposito di web copywriting efficace…)
Sapere come comportarsi con i crawler web
- Fare un uso efficace del file robots.txt.
- Tenere in considerazione il rel=“nofollow” per i link (o almeno sapere di cosa si tratta!).
Per tutti i visitatori da mobile…
- Informare Google dell’esistenza di versioni del tuo sito per smartphone e tablet.
- Indirizzare, di conseguenza, con precisione gli utenti di cellulari sulla versione appropriata.
- Organizzare i contenuti affinché siano facilmente e rapidamente fruibili da entrambi i tipi di utente (desktop e mobile – che sono la stessa persona in momenti diversi).
- Fare scelte di design / User Experience che tengano conto di tutti questi device (un consiglio e provare a entrare spesso nel tuo sito da diversi dispositivi ed effettuare ricerche, immedesimandosi nell’utente medio che ha bisogno di trovare info).
Promozione e Analisi
- Promuovere il sito nel modo giusto: relazioni con altri siti web, Social Network, pubblicità online. Un lavoro nel lavoro…
- Utilizzare gli Strumenti per i Webmaster gratuiti. Obbligatori sono Google Analytics e Google Search Console. Una delle domande da porsi che più può fare la differenza tra un progetto che cresce e uno che fallisce è “da dove arrivano i miei visitatori e – da Google – rispetto a quali chiavi di ricerca gli utenti arrivano sulle mie pagine?“.
Non richiede particolari competenze, è un eccellente riferimento per formarsi.
Quindi, vuoi avere traffico da motori di ricerca? Vuoi una pioggia di clienti? Ok, allora devi avere:
- Pazienza, tanta.
- Applicazione, ancora di più.
- Voglia di studiare.
- Devi essere pronto a investire – che significa usare tempo e soldi, misurare i ritorni degli investimenti e riordinare conseguentemente le idee per la fase successiva, in cui ci sarà un adattamento della strategia digitale e una nuova definizione del budget (l’idea di riconfermare a priori un budget o fare di tutto per ridurre l’investimento – considerandolo un mero costo – è perdente in partenza).
Come dicevo nella newsletter della scorsa settimana, devi “essere zen” e fare pazientemente e con fiducia tutto ciò che serve.
E ancora potrebbe non bastare.
Semplicemente perfetto il contenuto di questo articolo .. io aggiungerei anche metti più impegno quando tutto sembra stia per crollare ( intendiamoci quando stai mollando il tuo progetto ). Bisogna essere forti a fronteggiare le iniziali sconfitte… Ma impegno e studio possono improvvisamente cambiare le carte in tavola :-)