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L’articolo di oggi inizia con una domanda che ti rivolgo, semplice ed immediata. Accendi un attimo l’immaginazione:
Questo esempio mi serve per introdurre il concetto della “riprova sociale“, che Robert Cialdini, studioso della psicologia della persuasione, ha definito all’incirca così:
Le persone, in media, tendono a ritenere maggiormente validi i comportamenti o e le scelte che vengono effettuati da un elevato numero di persone. È il fenomeno psicologico-sociale alla base della diffusione delle mode.
La gente tende a seguire ciò che fa “la maggioranza”. Ovvio no? E la qualità di ciò che viene servito, che spazio ha in tutto ciò?
Il punto di vista dell’utente
La stessa cosa avviene quando un utente web deve scegliere un servizio online o deve decidere se leggere o meno un contenuto, se condividerlo oppure no. Inconsciamente, molto spesso si fa alcune domande:
Quante condivisioni Social ha la tal pagina?
[E Twitter li ha cancellati per motivi di budget – leggi anche “digiday.com/platforms/twitter-removes-social-share-counts-share-buttons-frustrating-publishers/“]Ci sono recensioni di altri utenti?
Quanti commenti e visualizzazioni ci sono?
Quanti sono gli iscritti?
Quanti e quali clienti ha questa azienda?
In sostanza: quante altre persone hanno apprezzato in qualche modo Tizio… anziché Caio?
Le risposte a queste domande vengono automaticamente fornite dai numeri espliciti o dai pareri espliciti che la gente individua sulle varie pagine online, in un batter d’occhio. Un esempio facile facile: basta guardare su Facebook, le pagine fan con mappa e recensioni. Già solo il fatto che nello screenshot che riporto relativo a un ristorante si siano localizzate già oltre 3.000 persone dà un chiaro segnale agli utenti che questo posto forse merita una visita.
Tutto questo per arrivare ad esprimere il mio parere CONTRO quelli (e sono tanti) che ritengono che i numeri, le visualizzazioni, online non significhino niente. Sottolineano come conti solamente la qualità dei contenuti: quella, e solo quella, muove utenti a target che faranno le visualizzazioni necessarie.
Che piaccia o no, online si verifica un ciclo di questo genere:
1. L’UTENTE SI IMBATTE IN UNA PAGINA WEB
Gli utenti online non hanno tempo e spesso nemmeno competenze per comprendere e confrontare contenuti (o siti) simili: si basano semplicemente su dati semplici, fruibili in un attimo, come il numero di condivisioni, le visualizzazioni, gli iscritti, i fan e i follower.
2. L’UTENTE FA UN’AZIONE POSITIVA VERSO TALE PAGINA
L’utente che incontra una pagina o un servizio con degli elementi di riprova sociale sufficienti – se si trova di fronte alla risposta a un suo bisogno (cercare un servizio, cercare un’informazione, trovare informazioni da condividere, etc), tende a interagire positivamente con tale pagina web / canale Social. Questa tendenza è tanto più alta quanto più gli elementi di riprova sociale sono elevati (o tanto più è forte, nella sua testa, l’autorevolezza/il brand del canale che sta diffondendo tale contenuto). Non importa se in giro ci sono contenuti maggiormente rispondenti ai suoi bisogni: non ha il tempo ne’ è rilevante trovarli.
3. PIU’ UTENTI INTERAGISCONO E PIU’ ALTRI ANCORA INTERAGIRANNO
Si innesca un circolo virtuoso: una grande massa di utenti che interagisce con il contenuto web stimola altri utenti ad interagire, innescando un “processo virale”. La qualità del contenuto? E’ relativa, secondo me: di base, ci sono buone probabilità che un contenuto “così apprezzato” abbia anche una qualità sufficiente, ma non darei la faccenda così scontata.
4. MOLTE E RIPETUTE INTERAZIONI CONTRIBUISCONO ALL’AUTOREVOLEZZA
Se i contenuti di quella persona/azienda saranno così tante volte apprezzati, questa persona o azienda acquisirà sempre più autorevolezza: questa autorevolezza si trasmetterà a tutti i suoi contenuti, perché provengono da una fonte considerata affidabile. La qualità delle informazioni o dei servizi venduti? Ancora una volta sicuramente indispensabile, ma non così scontata…
In questa interessantissima discussione nel forum di Giorgio Tave, un riferimento del web marketing, quasi tutti sono concordi nel fatto che visualizzazioni e iscritti di un canale YouTube – nell’esempio citato – non contino nulla, perché bisogna osservare molti altri fattori per stabilire la qualità della singola visualizzazione. Verissimo. Ma questi sono dettagli che comprendono gli esperti di settore, che sono una percentuale esigua nel mare magnum internettiano.
Chi vede e apprezza tali contenuti soprattutto sulla base dei numeri e delle opinioni immediatamente visibili sul canale o pagina, non ha il tempo ne’ la finezza per identificare certi fattori. Stabilisce se ciò che ha visto gli piace o meno e – in questa decisione – il banalissimo numero ha un’incidenza fortissima.
Per me tutto si riassume in una proporzione matematica:
Risultato: chi fa l’audience, chi muove i budget e gli investimenti, chi determina cosa è di successo e cosa no è l’Utente medio alias “il Pubblico televisivo”, ovvero chi in gruppo riesce a fare “massa critica“, che sia online o davanti alla tv (non certo il Critico). E la qualità? Magari qualcosa di buono c’è (qualcosa avrà attirato tutto quel pubblico!), ma è talvolta un aspetto secondario.
Con i numeri online si può barare alla grande
Quando dico che nel successo online, paradossalmente, la qualità può diventare perfino un aspetto secondario, mi riferisco al fatto che con i numeri sul web si può barare alla grande. Volete comprare fan e follower? Online si trovano tantissimi servizi che ne vendono migliaia e migliaia per pochi euro. Volete comprare interazioni con i vostri contenuti online? Idem come sopra, è facile ottenerle in un attimo.
Mi sono imbattuto in questo video di Francesco Thiery, che presenta un’app che – anche senza soldi spesi – permette di gonfiare i propri numeri online su Instagram in un attimo.
www.facebook.com/MrFTDj/videos/1314768558548823/
Piuttosto semplice no?
Chi sono gli influencer online?
Osservare certi numeri online permette anche alle aziende e a coloro i quali si occupano di relazioni pubbliche di individuare gli influencer, chi ha seguito e può influenzare comportamenti d’acquisto: diventa semmai più complesso e time-spending capire chi sono veramente coloro che producono contenuti di qualità in un dato settore, filtrando numeri talvolta pompati.
Ne ha parlato anche Alessandro Pozzetti recentemente, il quale – secondo me correttamente – fa un’equazione diretta tra alto engagement dei contenuti e capacità di influenzare positivamente online. E la qualità? La qualità dei contenuti in questa relazione è un fattore secondario.
Altre fonti oltre a quelle già linkate:
http://www.salvatorefabozzo.it/la-riprova-sociale-nelle-landing-page/
https://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Cialdini
www.latinet.it/principio-della-riprova-sociale-applicato-marketing
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