Pagare con lo Smartphone: che la guerra abbia inizio

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Qualcuno l’ha già detto che è l’anno del mobile?

Battute a parte, c’è un gran fermento lato pagamenti online. Dopo aver visto numerose startup avvicendarsi sul tema (e alcune anche con un discreto sviluppo), è l’ora dei pezzi da novanta.

Questo movimento non fa altro che alzare sempre più l’asticella nel settore e-commerce, rendendo sempre più complicato competere nell’arena dei negozi virtuali.

Ma cosa scatena tutta questa agitazione? Una grafica di Hootsuite e We Are Social UK è piuttosto illuminante…

traffico web per device

In sostanza, il traffico tramite dispositivi mobile (leggi: smartphone) è cresciuto in un anno del 25%, un bel grattacapo per chi ha tutto l’interesse a far comprare prodotti e servizi online: via smartphone la faccenda si complica, vanno ripensate la User Experience e soprattutto i processi di pagamento, momento decisivo nella trasformazione dell’utente in cliente.

Gli smartphone, infatti, hanno portato connettività a più di metà della popolazione mondiale, soprattutto nei paesi emergenti, aumentando a dismisura il bacino di utenza per e-commerce e aziende varie.

Sostenuti da questi numerosi così golosi, i colossi di internet – il cui core business non è quello di offrire servizi di pagamento (o si?) – stanno attivando numerose modalità di pagamenti mobile molto funzionali e innovative. Vediamole.

Le novità dei big di internet sui pagamenti mobile

Amazon Pay

Qual è la forza di Amazon? La facilità con cui si può fare acquisti: un paio di click ed è fatta. Per non parlare di Amazon Dash Button, un vero e proprio pulsante da appiccicare in casa e da premere ogni volta che ti manca uno specifico prodotto e vuoi acquistarlo (ti arriverà a casa automaticamente).

Ben consci della loro forza, in Amazon hanno pensato bene di dare la possibilità ad altri e-commerce di implementare il metodo di accesso e di pagamento di Amazon: con il tuo account Amazon puoi pagare anche in altri negozi, sempre con pochissimi click e una splendida esperienza utente.

Amazon Cash

Se non hai o non vuoi usare la carta di credito o di debito, puoi recarti in alcuni punti vendita convenzionati e ricaricare la propria App Amazon Cash, in cui apparirà un codice a barre personale. Come fare per ricaricarlo? Basta consegnare i contanti al negozio in convenzione, che caricherà con medesimo importo “virtuale” l’App, con cui poi fare shopping su Amazon.

L’attacco di Amazon non è terminato: “Subscribe With Amazon” è la nuova invenzione di Jeff Bezos con cui pestare i piedi ai numerosissimi marketplace con cui gli utenti possono vendere video-corsi, beni fisici e quant’altro, con una modalità di “sottoscrizione” (mi iscrivo e periodicamente ottengono un bene o un servizio in abbonamento, pagando una quota ogni tot tempo).

E PayPal?

Queste ultime due novità di Amazon sono un affronto a PayPal, un attacco diretto. PayPal, inoltre, aveva sviluppato tempo addietro “PayPal Cash”, che di fatto è identico al clone realizzato da Amazon: ottieni il codice a barre, lo mostri nello store convenzionato che ti ricarica la cifra che hai deciso, pagando in contanti.

Differenze? Si. PayPal chiede una commissione di 4 dollari per la ricarica; inoltre il barcode è usa e getta, con durata massima di 48 ore.

Pagamenti Peer to Peer con WhatsApp

In India, WhatsApp sperimenta il pagamento da utente a utente. Test non casuale, data l’alta propensione degli indiani a pagare con il telefono (38% – sondaggio GlobalWebIndex), con tendenza in crescita. Su WeChat in Cina, invece, questa possibilità è già ben funzionante, da anni.

Pagare con Facebook Messenger

Facebook non sperimenta solo con WhatsApp, ma anche con Messenger negli Stati Uniti, in cui il servizio di trasferimento denaro tra account di Messenger è già attivo e funzionante.

A breve approderà quasi certamente anche in Europa: a questo punto, l’attivazione di un vero e proprio modulo e-commerce attivabile nelle pagine fan e nei gruppi Facebook è un passo davvero breve.

Cosa significa tutto questo movimento, lato marketing?

Non si tratta di esperimenti di poco conto o di semplici strumenti per raccogliere quote per la pizzata con gli amici. Sono dei test che anticipano un fatto decisamente dirompente: online e offline questi sistemi di pagamento sono a distanza di un solo “tap” nella tasca della stragrande maggioranza delle persone, nel mondo. Lo smartphone diventa un portafoglio virtuale a tutti gli effetti.

Non c’è banca che tenga, dato che Amazon ma ancor più WhatsApp e Facebook Messenger hanno una penetrazione senza pari, che nel tempo metterà in enorme difficoltà i più tradizionali sistemi di pagamento (ad esempio: gli utenti attivi mensilmente su Facebook hanno quasi raggiunto i 2 miliardi – dati di aprile 2017, We Are Social UK).

Questa grafica è piuttosto chiara: le prime 5 piattaforme Social al mondo hanno già attivi dei sistemi di pagamento online (mobile e non) e godono di numeri pressoché irraggiungibili a livello mondiale.

utenti attivi piattaforme sociali

Cosa significa per chi vende online

Chi vende online deve tenere d’occhio queste novità, perché anche la tecnologia legata ai pagamenti (soprattutto) è un driver che muove masse di consumatori, determinando il successo o il fallimento di un’impresa che vuole vendere online.

Certi colossi sono impossibili da contrastare (vedi Amazon), costringendo molti venditori ad abbandonare i propri shop online in favore di marketplace che accentrano gli interessi dei consumatori.

Fonti per approfondire il tema:

thenextweb.com/marketing-seo/2017/04/11/current-global-state-internet/#.tnw_YAL9Qrso

www.worldpaymentsreport.com/

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