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E come ogni fine anno, è tutto un fiorire di articoli relativi a quali saranno i trend di web marketing per il 2016. Potevo esimermi? Ovviamente no! Mi sono letto tutto quello che da più fonti autorevoli si dice, ho raccolto un po’ di commenti e opinioni meritevoli e ho aggiunto la mia esperienza, il mio punto di vista. Ecco quali saranno i trend di web marketing per il 2016..
10 top trend di web marketing 2016
Ho fatto un po’ di selezione: ecco i 10 trend più rilevanti e diffusi online (conditi dal mio punto di vista).
1. Video e Live Streaming
Ma come? Non dovevano essere il trend del 2015? Ebbene si, e in effetti hanno giocato un ruolo rilevante. Però si ipotizza che entro il 2017 il 69% del consumo internet sarà destinato alla fruizione dei video. Una bella occasione per chi sa “smanettare” con i video, dato che sarà una tipologia di contenuto necessariamente sempre più richiesta per il web: basti pensare, inoltre, alla crescente diffusione dei droni e dei video a 360°, che offrono nuovi punti di vista.
La differenza rispetto al 2015, forse, è nella crescita del Live Streaming (grazie ovviamente a piattaforme Social come Periscope, Blab e Merkaat o all’apertura dei video live di Facebook – ad esempio).
Come fare per cavalcare l’onda? Farsi (o fare a qualcuno) un regalo utile per imparare a diventare un video blogger di successo, con un bel Corso di YouTube completo.
2. Vendere una storia
Dato che ogni secondo su internet vengono pubblicate migliaia e migliaia di contenuti, bisogna trovare il modo di “fare la differenza”, perché diventa arduo anche fare contenuti di qualità: per la legge dei grandi numeri, anche altri utenti / concorrenti staranno producendo contenuti meritevoli di attenzioni e che rispondano veramente ai bisogni dei consumatori.
Allora la differenza potrebbe passare da uno spostamento del focus dal prodotto alla narrazione: attenzione ai dettagli e gusto per il racconto, senza troppe ansie di vendere-vendere-vendere a tutti i costi. Quello è il risultato atteso, arriverà.
Un paio di esempi? Lo esprime bene Francesco Favaro nel suo post Facebook che potete osservare qui affianco o anche Dario Vignali quando racconta i suoi prodotti formativi (qui la sua ultima fatica, opera omnia interamente dedicata all’affiliate marketing).
“Narrazione nel web marketing” non può che riportare alla memoria un classico della teoria di marketing, ossia il libro “Economia delle Esperienze” di Pine e Gilmore: il nuovo standard – che tanto nuovo non è – è di andare oltre ai prodotti, puntare alle esperienze e all’anticipazione dei bisogni dei consumatori. E’, da sempre, l’essenza del marketing.
3. Web Marketing Olistico
Cosa significa “olistico”? Deriva dal concetto di “olismo”, che wikipedia definisce così:
L’olismo (dal greco όλος, cioè “la totalità”) è una posizione teorica basata sull’idea che le proprietà di un sistema non possono essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Dal punto di vista “olistico”, la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente
Tradotto in ottica di marketing digitale significa che, se fino a poco tempo fa per essere presente efficacemente sui motori di ricerca bastavano qualche link in ingresso e tanto lavoro sulle keywords, oggi occorre avere una strategia di insieme che racchiuda i contenuti, i social media, l’e-mail marketing, lo studio dei bisogni dei clienti, lo studio delle parole chiave e dei dati analitici, i link, i dati strutturati, le pubbliche relazioni (digitali e non), l’accessibilità dei propri contenuti e quindi anche come interfacciarsi con il mondo esterno tramite i dispositivi mobile, il knowledge graph, i dati strutturati, la geolocalizzazione, i nuovi Social Network, i marketplace e il commercio elettronico, l’affiliate marketing, il pay per click, il native advertising, etc…
L'insieme di tutte le singole parti è sempre maggiore della somma delle prestazioni dei vari componenti presi singolarmente...
4. Internazionalizzazione e… inglese!
La crisi ha imposto di uscire dai propri mercati locali, guardando fuori. Vale per qualunque settore e vale, di riflesso, anche per le attività di digital marketing che naturalmente ben si conciliano con le necessità di internazionalizzazione di un’azienda.
A questo proposito, soprattutto per gli italiani, il vero dramma è affrontare le lingue straniere, in particolare l’inglese, quanto mai fondamentale…
5. Valore dei dati e personalizzazione
Nel marasma comunicativo e promozionale a cui tutti i consumatori sono sottoposti, serve avere una strategia efficace per raggiungere più efficacemente piccoli gruppi di consumatori. Come? Il valore dei dati che si collezionano grazie al web marketing e che sono messi a disposizione (pronti per essere sfruttati) da piattaforme come Facebook Ads, impone uno sforzo in più per focalizzarsi in maniera approfondita su gruppi di consumatori con variabili di riconoscimento molto ben definite (basta sparare nel mucchio – maggiore attenzione a età, classe sociale, ruolo professionale, zona geografica, interessi e preferenze).
Tale sforzo deve però essere accompagnato da una maggiore personalizzazione dell’offerta. Come sempre è avvenuto nella storia del marketing moderno, i consumatori diventano sempre più esigenti.
6. Mobile first… di nuovo?!
Se n’è tanto parlato negli anni scorsi, ma ancora non si è affermato del tutto il concetto di pensare principalmente ai consumatori che arrivano sui vostri contenuti da dispositivi mobili. Anche perché l’acquisto via mobile è stato totalmente sdoganato, non ci sono più scuse. Che sia veramente l’anno buono?
7. Automation Marketing e Inbound Marketing
Automation e Inbound, insieme. La creazione di contenuti sempre più approfonditi e specifici si inserisce nel disegno più grande di convincere dei clienti sempre più diffidenti: il processo di acquisto (e di convincimento dei potenziali clienti) si allunga sempre più; ecco che è necessario fare “lead nurturing”, ossia coccolare e dissuadere i consumatori che voi avete una marcia in più e che si possono fidare.
Strumenti di automation marketing (con e-mail automatiche, ad esempio) permettono di mettere in piedi sistemi che – partendo dai contenuti – consentano di intercettare utenti a target, profilarli e lentamente portarli all’acquisto di qualcosa.
8. Indicizzazione delle App su Google
Che il 2016 sia l’anno buono? Si parla di una crescente apertura di Google verso l’indicizzazione delle app: alla ricerca di un bisogno potrà corrispondere il download di un’app dedicata proprio a quel bisogno. Una bellissima occasione da cogliere al volo per chi, un’app, ce l’ha…
9. Ottimizzazione dell’assistenza ai clienti online
In un’ottica di ottimizzazione delle conversioni e degli investimenti in digital marketing, c’è una nuova attenzione all’assistenza dei clienti online, con live chat e assistenti digitali umani o virtuali, per condurre e guidare l’utente. Anche questa è user experience. I commessi, insomma, non esistono più solamente nei negozi tradizionali.
10. Emozioni
Questa non è una novità, non credo nemmeno sia un trend specifico del 2016.
Oltre a questi trend, si parla anche di dispositivi wearable, community e conversion rate optimisation… Ma rientrano in qualche modo nei trend precedenti. Secondo voi ho dimenticato qualcosa? Quali sono, per voi, i trend di web marketing del 2016?
Fonti principali:
www.huffingtonpost.com/rahul-varshneya/8-experts-predict-what-di_b_8755696.html
searchengineland.com/way-successful-seo-take-holistic-approach-237787?
www.forbes.com/sites/jaysondemers/2015/09/29/the-top-7-online-marketing-trends-that-will-dominate-2016/
www.smartinsights.com/managing-digital-marketing/marketing-innovation/marketing-trends-2016/
www.business.com/online-marketing/a-look-inside-what-will-be-the-big-online-marketing-trends-for-2016/
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