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Il 13 marzo 2013 su Sky Uno è andato in onda lo Yamamay Fashion Show. Non si è trattata della solita sfilata che fa rimpiangere gli eventi fashion Usa o le sfilate standard, patinate, che vanno in onda su fashion tv, ma un evento di marketing a 360 gradi realizzato con uno sforzo notevole, condito da stile italiano e modernità e con scelte comunicative coraggiose e precise. Risultato: un successo.
Sulla moda l’Italia non è seconda a nessuno ma spesso viene a mancare la voglia e la capacità di comunicare efficacemente, in maniera coraggiosa e “di frontiera”, con un livello e una professionalità coerenti con qualità e stile dei prodotti.
Dal mio modesto punto di vista Yamamay, con questo suo show, ha fatto pienamente centro.
Ingredienti
Osservando l’evento e cercando di non farsi distrarre troppo dalle bellezze che sfilavano in lingerie, ho provato a scompattare gli elementi di marketing che Yamamay ha saputo sfruttare alla grande.
Investimenti
Partiamo dalla cosa più importante: gli investimenti necessari. Non prendiamoci in giro: per un evento del genere servono euro sonanti ma questa non può essere una scusa per le altre aziende che non lo fanno. “Si, ma…”, “Costa tantissimo…”, “Ci sono cose più importanti…”, “E’ una questione di priorità…”. Scuse, per lo più: manca solitamente la voglia imprenditoriale e il coraggio di rischiare per posizionare un brand, stupire e attirare l’attenzione. L’ottica di “galleggiare” in maniera attendista può essere fatale in generale, figuriamoci durante una forte crisi economica.
Obiettivi chiari
Si parte sempre dagli obiettivi, dopo la premessa necessaria dei costi. Dove si vuole andare? Qual è la mission e la vision di un’azienda? Yamamay lo rende chiaro: far sentire ogni donna una modella, che possa risaltare al massimo la propria femminilità e il proprio corpo, bello o brutto che sia, grazie ai prodotti Yamamay e all’immagine di marca connessa. Probabilmente c’è molto di più, ma da uomo ho notato questo.
Il format scelto
Il Fashion Show non è stato un evento flash sporadico, ma è stato preceduto, promosso e lanciato attraverso un vero e proprio reality show, il Bootcamp Yamamay. Nel bootcamp diverse donne, vere e proprie “modelle popolari”, hanno potuto concorrere al sogno di sfilare all’evento principale, dopo aver superato i vari live casting nei negozi principali della catena.
Gli ingredienti classici del reality (amicizie, delusioni, difficoltà, competizione, speranze) emergono dalle parole e dai volti delle partecipanti, che fieramente si battono per la vittoria finale nelle 3 categorie in palio: young, women e curvy. Queste categorie sono una scelta oculata ed evoluta, al passo con i tempi.
PS: inutile dirlo forse, ma l’evento è stato accuratamente spinto anche tramite i Social Media ufficiali dell’azienda.
Il target
Target: giovani ragazze, donne, curvy. Il che equivale a dire che il target di Yamamay è la femminilità che il corpo di una donna può esprimere in senso lato, in tutte le sue forme. Un posizionamento ben diverso dal trendy Bikini Lovers, tanto per fare un esempio. L’importante è posizionarsi in maniera chiara.
Tv, musica, scenografia e top model
L’evento non è per pochi ma visibile su Sky Uno e su Cielo, partners di Yamamay. Oltre a questo, bella musica, professionalità e scelte coerenti (che strizzano però maggiormente l’occhio al target “young”, ragazze giovani). Scenografia accattivante (all’Alcatraz di Milano) e alcune top model – tra cui Marica Pellegrinelli e Karolina Kurkova – completano l’opera.
Testimonial e ospiti d’eccezione
Fashion vuol dire anche questo: conduzione del bootcamp di Simona Ventura e Massimiliano Rosolino; manciate di vip vari come Anna Falchi, Elenoire Casalegno, Carlo Cracco, Federica Fontana, Federica Pellegrini, Yendri Fiorentino (e molti altri) ma anche le nuove dive, ovvero le fashion blogger Chiara Ferragni e Eleonora Carisi.
Co-marketing e italianità
Di contorno, co-marketing con vari brand e con Carpisa, azienda da sempre vicina alla proprietà Yamamay (fanno entrambe parte della Pianoforte Holding) e un forte accento sull’italianità: di prodotto, di format, di significati (un caso che le tre vincitrici del bootcamp siano tutte e 3 more e “mediterranee”? A questo si aggiunga anche la “nuova italianità” acquisita della vincitrice della categoria Young, di origini venezuelane ma trapiantata a Milano).
Credo che Yamamay abbia creato un evento da ricordare verso un target definito e delineato in maniera particolare, con un format che strizza l’occhio alle modalità di comunicazione in auge (reality show, stile 2.0, attenzione al web marketing con il mondo blogger), senza ovviamente dimenticare le basi dei big brand del fashion (tv, testimonial e “bellezza” in senso generale).
In breve: quando un brand italiano comunica bene.
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